“Nell’ora di mezzogiorno il sole è così alto che l’ombra sparisce e la tua testa diventa la capocchia di uno spillo incandescente. Sembra che tutto il calore della terra si concentri su di te, che ce l’abbia con te, che ti segua ovunque, perché come si è preso la tua ombra vuole anche il resto.”


“Getachew è così pieno di rughe che se si potesse togliere la pelle in avanzo ci si potrebbe fare una bisaccia. Tutto lo trae a terra: la pelle, le spalle, le gambe. Controbilancia questa violenza della gravità con un lungo bastone ben levigato dalle sue mani forti e nodose. Chiuse là dentro deve per forza avere le schegge di infiniti passi e anni. Cammina lentamente per il villaggio e osserva tutto, come se usasse la pelle in avanzo per arrotolarci dentro la memoria. Parla poco e scruta. Degli occhi gli sono rimaste solo le pupille scontornate in azzurro: le palpebre coprono il resto. Mio padre mi ha detto che quell’azzurro è segno che è molto vecchio… Non avevo mai sentito la sua voce, che usciva come un fiato di vento, acuta e un po’ da donna. Anche quello avevano consumato gli anni. Mi guardava lentamente e parlava piano.”


“Quel palmo è di velluto, così fine che mi ci addormenterei dentro. È un cuscino e uno scudo. È tutto quel- lo che resta dopo una battaglia, quando hanno tolto i cadaveri e il sangue è stato mangiato dalla terra. Erba concimata dalla vita.”


“Il sicomoro al centro della piazza era alto come te e nessuno poteva prevedere che oggi avrebbe fatto ombra ad almeno quaranta uomini seduti; che i suoi rami bassi avrebbero retto la forza dei cavalli in cerca di libertà; che ventitré bambini potessero saltare sulle sue costole senza nemmeno agitare una foglia; che le sue radici fossero attaccate alla terra con la determinazione di una mano che si tiene al dirupo. Nessuno di noi avrebbe mai detto che sarebbe stato chiamato in guerra.”


“Un gruppo di disperati su un carro verso l’ignoto: ecco cosa sono i tuoi eroi. Quelli che credono di decidere la morte e non conoscono la vita, perché non le sono fedeli. Nessuno sa essere fedele a ciò che pensa di dominare.”


“Avevo mai ringraziato qualcuno per la mia libertà? Un vecchio, per esempio, che si è caricato dentro al ventre quei pesi assurdi di una scelta altrui? O le moltitudini che oltre al ventre, hanno lasciato la vita? Le donne e i figli che aspettavano a casa il ritorno di un carro mangiato per sempre da una sterrata polvero- sa? La guerra ha conseguenze essenziali: la morte e la vita. E ne ha di secondarie. Una di queste è la solitudine, anche dell’eroe.”

da “Scritto sull’acqua”

da “Scritto sull’acqua”

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